Tecnica di nuoto: consigli e trucchi per migliorarla
Mauro Lanzoni - ENDU Channel

La tecnica risulta noiosa, questo perché non sempre se ne vede l’utilità; e richiede pazienza per poter raccogliere frutti tangibili. Oltretutto quando si dedica del tempo alla tecnica di nuoto, lo si sottrae al volume che, nell’ottica dell’atleta comune, ha sempre il ruolo del parametro alfa.

Importanza di dare un senso

La reiterazione di un gesto tecnico ripetuto meccanicamente e di cui non è chiara la finalità provoca lo scollegamento della mente e quello che dovrebbe rappresentare un percorso di ricerca pieno di sfumature di colori diventa un vicolo cieco contornato di grigio; chi propone un esercizio (coach) deve quindi attirare l’attenzione su almeno un particolare da ricercare durante l’esecuzione.

 

Facciamo un esempio su un esercizio basico: stile libero, braccio singolo in movimento.

  • ci sono diversi modi per svolgere l’esercizio nella sua essenza: prendiamo ora in considerazione la variante con un braccio fermo lungo il corpo e l’altro in movimento costante, respirazione sul lato del braccio in movimento. Di solito la proposta è semplicemente di fare questo esercizio per tot metri e senza indicare nessun punto di attenzione da sviluppare. Ma senza un focus si sviluppano e si nutrono gesti errati che si strutturano inconsciamente ed entrano a far parte di schemi motori rigidi, quindi difficilmente correggibili (movimento delle spalle contratto, errati tempi di rotazione (anche del capo) in fase respiratoria, scarsa efficacia della fase di appoggio della bracciata, ecc.
    Se invece ci fosse chiarezza sullo scopo, o meglio, sugli scopi dell’esercizio, gli errori fatti sarebbero elaborati sotto forma di esperienza e, una volta compresi i propri errori, trasformarti in punti di forza.
    La consegna ad esempio potrebbe essere di effettuare una più efficace rotazione delle spalle (sollevando quella del braccio fermo ogni volta che il braccio in movimento si trova in fase di appoggio) per 25m e per altri 25m nuotare regolarmente (quindi con entrambe le braccia in movimento), cercando di effettuare una rotazione di spalle simile a quella appena sviluppata, in questo modo si darebbe un senso a un aspetto tecnico cercandone subito l’applicazione

Non importa poi quanto tempo occorre per rendere tale abilità parte integrante dell’interpretazione della nuotata: una volta che un’abilità motoria viene acquisita, diventa uno strumento che prima o poi tornerà utile senza saperlo.

Trasformare il disagio in opportunità

L’esercizio rappresenta quindi un problema simulato o reale e la capacità di risolverlo è data dalle abilità motorie sviluppate nella ricerca della soluzione. La finalità è di applicare le nuove abilità acquisite alla codifica di uno dei quattro stili su cui ci si sta concentrando (stile libero, dorso, rana o delfino) e non lasciare quindi l’esercizio fine a sé stesso.
Ogni problema di adattamento presenta molteplici soluzioni in quanto è strettamente collegato alla capacità di elaborazione del singolo; approfondire soluzioni, apparentemente infruttuose, permette comunque di acquisire informazioni che risultano fondamentali in un secondo momento per elaborare alternative.
L’acqua è un elemento semplice che obbliga all’umiltà e all’introspezione per trasformare il disagio in opportunità. Aumentare il feeling con l’ambiente acquatico approfondisce l’integrazione e ci restituisce una maggiore sicurezza in noi stessi. La base della tecnica in acqua non è altro che lo sviluppo di quanto appena detto. 

Lo sport in generale è fatto di tanti mattoncini che vengono messi, tolti, modificati, spostati e strutturati in base alle strategie e alle programmazioni, alle sfaccettature previste, cercate e approfondite. 

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