Gli infortuni nel nuoto sono principalmente da sovraccarico funzionale poiché il nuoto, in
ogni stile, prevede la continua ripetizione di uno specifico gesto sportivo.
Durante gli allenamenti, lo stile libero è il più utilizzato e quindi il movimento delle spalle
che comporta è in assoluto quello con il più alto numero di ripetizioni.
Di conseguenza l’infortunio più comune tra i nuotatori che svolgono un’attività intensa o
agonistica è sicuramente la così detta “spalla del nuotatore”.

Questa sindrome è una patologia di carattere infiammatorio a carico dei tendini della cuffia
dei rotatori, si riscontra nei nuotatori ma anche in altri sportivi che sottopongono le proprie
spalle a carichi di lavoro rilevanti come tennisti, giocatori di basket e baseball, pallavolisti...
Il dolore alla spalla, sintomo dell’infiammazione, inizialmente si manifesta solo nel
momento in cui si ripete il movimento sport specifico, successivamente, se la situazione si
aggrava, il dolore tende a manifestarsi anche con semplici movimenti del braccio e, se
non si sospende o si modifica l’intensità e/o la frequenza degli allenamenti,
l’infiammazione può aumentare generando anche una borsite.
La terapia per questa patologia è la fisioterapia con una prima fase volta alla riduzione
dell’infiammazione e del dolore, ad esempio, con la somministrazione di terapia manuale,
Onde d’urto e Tecarterapia. La seconda fase del trattamento è dedicata al completo
recupero dell’articolarità gleno-scapolo omerale e scapolo-toracica con un occhio di
riguardo alla prevenzione delle recidive.
Al fine di prevenire questa infiammazione è molto importante anche il lavoro a “secco”,
cioè lavoro aspecifico fuori dall’acqua, con attività di rinforzo muscolare, coordinazione,
mobilità e flessibilità inseriti in un percorso costante.