Il ginocchio del nuotatore
Dott. Luca Tomaello - Isokinetic Torino

L'elevato volume di allenamento nel nuoto agonistico può essere la causa di infortuni da sovraccarico.

Il dolore al ginocchio è al secondo posto dopo il dolore alla spalla come disturbo comune nei nuotatori agonisti, più comunemente nei nuotatori a stile rana.

Per capire e prevenire questa patologia è indispensabile conoscere la biomeccanica del gesto.

  •  Il calcio inizia con le ginocchia in posizione completamente estesa e le caviglie in flessione plantare
  • Il recupero della gamba inizia con la flessione dell'anca e del ginocchio mantenendo i talloni vicini durante questa fase. Appena le ginocchia e le anche sono nella massima flessione, i piedi iniziano a flettere dorsalmente con i talloni e le ginocchia che si separano leggermente.
  •  Le anche e le ginocchia raggiungono la massima flessione quando le dita dei piedi sono rivolte verso l'esterno, con la tibia in rotazione esterna e la caviglia dorsiflessa. I piedi vengono quindi spinti verso l'esterno e all'indietro mentre le ginocchia si estendono gradualmente, mantenendo le caviglie in dorsiflessione. Man mano che le gambecontinuano a estendersi all'altezza delle ginocchia, gradualmente si uniscono.
  • Le ginocchia raggiungono la piena estensione quando i piedi sono quasi uniti. Alla fine del calcio le caviglie raggiungono la massima flessione plantare.

Alla luce di tutto questo è intuibile come il dolore e gli infortuni alginocchio nel nuoto si verifichino generalmente a causa di un uso eccessivo e scorretto del gesto tecnico, traducendosi in un sovraccarico funzionale delle componenti muscolo-tendinee e legamentose del margine mediale e uno stress da compressione nel compartimento laterale.

Quindi, come prevenire il dolore al ginocchio?

È necessaria una stretta collaborazione fra il medico e l’allenatore al fine di individuare e correggere errori tecnici dei flutter.

 

I carichi di lavoro, soprattutto nella fase inziale della stagione, devono essere incrementati gradualmente ma nella programmazione stagionale è cruciale includere anche degli allenamenti in palestra focalizzati sulla forza del muscolo quadricipite, sugli stabilizzatori mediali di ginocchio e sugli extrarotatori di anca, nonché sulla flessibilità della catena muscolare posteriore.

 

Oggi, in ambito riabilitativo, esistono degli esami come il test di analisi del movimento (Test M.A.T.) che, avvalendosi di telecamere che captano i movimenti ad alta velocità e di pedane di forza, consentono di analizzare eventuali “punti deboli” del ginocchio e di costruire un programma di training neuromotorio personalizzato.

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