La sindrome del tunnel carpale (STC)
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Dott. Enrico Buttafarro – Specialista in Ortopedia e Traumatologia, Specialista in Medicina dello Sport

La sindrome del tunnel carpale è la più frequente neuropatia da intrappolamento. Si manifesta per la compressione, cronica o subacuta, di un nervo dell’arto superiore, il nervo mediano, all’interno di un canale anatomico fra polso e mano. La sua diffusione è tale da essere socialmente rilevante ma nella popolazione dubbi e incertezze non mancano. La STC è varia, può esordire con un dolore importante ma in genere i primi disturbi sono parestesie (formicolii) alle mani e un senso di addormentamento delle dita (le prime tre e parte del quarto) soprattutto al risveglio o in determinate posture come sorreggendo l’ombrello o il giornale. Peggiorando i disturbi si manifestano in particolare di notte e spesso sono tali da determinare il risveglio con vero e proprio dolore.
La STC è una sindrome, non una malattia, è un quadro morboso che ha molteplici cause che possono determinarla da sole o in associazione tra loro. Ad esempio: attività lavorative comportanti microtraumi o sforzi ripetitivi di prensione e torsione del carpo, alcune malattie come quelle autoimmuni, reumatiche, diabete ed altre. Nelle donne spesso si manifesta in menopausa. Per attività sportive, anche solo amatoriali, accomunate da sforzi in prensione e/o vibrazioni (es: ciclismo, downhill, motociclismo, free climbing, tennis, impugnatura scorretta di bastoncini, etc.). In ogni caso deve sussistere una predisposizione individuale. Per una valutazione corretta dell’indicazione terapeutica, oltre che per la diagnosi, è indispensabile l’elettromiografia (EMG). Nelle fasi iniziali, con disturbi modesti ed una sofferenza del nervo lieve all’EMG, si può evitare la chirurgia. I farmaci sono scarsamente utili ad eccezione dei cortisonici, comunque non risolutivi. In questa fase è necessario affidarsi al fisiatra per i provvedimenti posturali/comportamentali e un’adeguata terapia fisica. Nei casi ingravescenti o già medio-gravi alla prima diagnosi, è indicato il trattamento chirurgico. L’intervento è ambulatoriale e in anestesia locale. Oltre al trattamento delle STC meno gravi o nell’attesa dell’intervento, l’apporto fisiatrico/riabilitativo risulta molto importante nel postoperatorio, non solo per il recupero funzionale ma anche per il trattamento di problematiche a livello della piccola ferita chirurgica. In ogni caso un supporto fisiatrico/riabilitativo può favorire una rapida ripresa delle attività abituali, lavorative e ludico-sportive.

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